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Sovraindebitamento: 3 Casi Reali Risolti con la Legge 3/2012

Casi di sovraindebitamento risolti grazie alla Legge 3/2012

La Legge 3/2012, nota anche come “legge salva suicidi”, è nata per offrire una via d’uscita a chi, pur non essendo un imprenditore soggetto a fallimento, si trova schiacciato da debiti non più sostenibili. Consente infatti di ristrutturare o, in parte, liberarsi dei debiti attraverso un piano omologato dal tribunale, tutelando il creditore ma restituendo dignità al debitore. Negli anni, migliaia di famiglie e piccoli imprenditori vi hanno fatto ricorso, ottenendo risultati concreti.

Il caso di una famiglia monoreddito
Un esempio emblematico riguarda una famiglia con due figli e un solo stipendio da impiegato. Dopo aver acceso vari prestiti personali per ristrutturare casa e affrontare spese mediche, il capofamiglia si è trovato a non riuscire più a far fronte alle rate. Il debito complessivo superava 70.000 euro, mentre il reddito disponibile era insufficiente. Con l’assistenza di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), la famiglia ha presentato un “piano del consumatore” che prevedeva la restituzione del 30% del debito in cinque anni, con l’azzeramento del residuo. Il tribunale ha omologato il piano, consentendo di mantenere l’abitazione e ripartire senza pressioni insostenibili.

Il piccolo imprenditore in crisi
Un artigiano del settore falegnameria, a causa di un improvviso calo di commesse e di crediti insoluti da parte dei clienti, aveva accumulato oltre 150.000 euro tra fornitori e banca. Non potendo accedere alle procedure fallimentari, ha optato per l’“accordo di ristrutturazione dei debiti” previsto dalla legge. Con il supporto dell’OCC, ha proposto ai creditori il pagamento del 40% in sei anni, garantito anche dalla vendita di un macchinario non essenziale. L’accordo, omologato dal giudice, ha permesso all’artigiano di proseguire l’attività, salvaguardando posti di lavoro e patrimonio residuo.

Il pensionato garante
Un altro caso frequente è quello di pensionati che, per aiutare figli o nipoti, firmano garanzie su mutui o prestiti. Un sessantacinquenne, con una pensione di 1.100 euro, si è trovato esposto per 60.000 euro dopo l’insolvenza del figlio. Grazie alla Legge 3/2012 ha ottenuto l’esdebitazione totale, poiché l’importo che avrebbe potuto versare (meno del 10% del debito in sei anni) è stato ritenuto non idoneo a soddisfare i creditori, ma la sua buona fede e l’impossibilità oggettiva di pagare hanno spinto il tribunale a concedere la liberazione.

Conclusione
Questi casi dimostrano come la Legge 3/2012 offra una seconda possibilità a famiglie, lavoratori e piccoli imprenditori. Non si tratta di “cancellare” il debito senza criterio, ma di trovare un equilibrio sostenibile che tuteli entrambe le parti. Un intervento tempestivo e l’assistenza di professionisti specializzati sono fattori decisivi per uscire dal tunnel del sovraindebitamento e ripartire con maggiore serenità.